9×1=DOLOMITI
AL TEATRO COMUNALE DI BELLUNO
LA MONTAGNA RACCONTATA DI CHI LA VIVE QUOTIDIANAMENTE
Immagini, suoni, volti e voci. Non solo per ribadire quello che già sappiamo, ovvero che le Dolomiti sono un Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ma anche per interrogarci su come lo stiamo vivendo.
Oltre Le Vette, la rassegna del Comune di Belluno che dal 1997 racconta “metafore, uomini e luoghi della montagna”, ospiterà giovedì 11 ottobre alle 21.00 al Teatro Comunale di Belluno, una conferenza spettacolo organizzata dalla Fondazione Dolomiti UNESCO: 9×1=DOLOMITI. Nove sono i Sistemi riconosciuti dall’UNESCO nel 2009, uno è il Bene che vanno a comporre: un unico Bene, oltre i confini amministrativi delle cinque province che lo racchiudono. Ma anche un Bene unico al mondo, riconosciuto come tale per il suo valore geologico e paesaggistico.
Partirà proprio da qui il programma della serata che vedrà, dopo i saluti delle autorità, l’intervento del geologo Piero Gianolla, dell’architetto Cesare Micheletti, del botanico Cesare Lasen e del direttore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Antonio Andrich.
L’aspetto scientifico lascerà poi posto a quello antropico. Toccherà al sociologo Diego Cason delineare i chiaroscuri del vivere in montagna, con analisi e spunti che daranno alla serata un risvolto estremamente concreto. Interverranno quindi l’antropologa Daniela Perco, l’albergatore Walter De Cassan, l’imprenditrice Claudia Scarzanella e l’apicoltore Andrea Lorusso.
Spazio naturalmente anche alla montagna vissuta, dal punto di vista alpinistico, e rappresentata, dal punto di vista artistico, con la presidente del CAI di Agordo Anna Magro, la Guida Alpina e membro del Soccorso Alpino Michele Zandegiacomo, il regista Giovanni Carraro, il fotografo Moreno Geremetta, l’artista Silvia de Bastiani e lo scrittore Matteo Melchiorre.
Tanti brevi interventi, coordinati dai giornalisti Fausta Slanzi e Andrea Cecchella e intervallati dalle musiche di Paolo Forte e dai video che raccontano le storie di chi vive quotidianamente le Dolomiti: giovani malgari, alpinisti “fuori dagli schemi”, gestori di rifugio totalmente innamorati del loro lavoro.
Lo scopo di tutto questo? Guardarsi in faccia, fare insieme il punto della situazione sulla consapevolezza di vivere e lavorare in un Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Senza retorica e senza scordare che la bellezza del territorio dolomitico può e deve diventare un’opportunità per continuare a viverci.