40 insegnanti e formatori in cammino per imparare (e insegnare) le Dolomiti

Imparare a leggere il paesaggio per trasferire conoscenze e competenze ai propri allievi. Da anni il Corso di Geografia organizzato dalla Fondazione Dolomiti UNESCO e dalla Fondazione Giovanni Angelini raccoglie iscritti da tutta Italia: docenti delle scuole di ogni ordine e grado, formatori del CAI, guide, tecnici degli enti locali. Quest’anno non ha fatto eccezione: “Sono una ricercatrice e vengo da Napoli” racconta una delle partecipanti, “le Dolomiti sono tra le montagne più belle del mondo. La Fondazione Angelini è molto qualificata e l’impostazione multidisciplinare è quella giusta”. “Sono locale e insegno alla scuola primaria”, aggiunge un’insegnante di Rocca Pietore, “queste iniziative mi aiutano a portare ai bambini l’amore per la montagna e l’attaccamento a questo territorio”. “Insegno Lettere”, commenta una docente di Padova, “e spero di riuscire a trasmettere il rispetto e la cultura del paesaggio, che porti a un senso di responsabilità verso di esso”.

Sono solo alcune delle testimonianze raccolte tra sabato e domenica durante un percorso che, con l’accompagnamento delle guide del CAI di Agordo, ha visto i partecipanti salire dalla Val di Garés, attraversare l’Altopiano roccioso più alto e più esteso delle Dolomiti, quello delle Pale di S. Martino e scendere ai piedi della parete più alta delle Dolomiti, la Nord dell’Agnér, lungo una valle glaciale particolarmente stretta e profonda, la Val di San Lucano, dopo aver pernottato al Rifugio Pedrotti alla Rosetta grazie all’accoglienza dei gestori Mariano Lott e Roberta Secco.

I temi sono stati sviluppati durante il percorso da Danilo Giordano, geologo, docente all’IIS Follador e da Cesare Lasen, geobotanico, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO. Nel giorno precedente, all’Istituto Follador di Agordo, dopo i saluti della direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO Mara Nemela e del presidente del CAI di Agordo Dario Dell’Osbel, sono intervenuti anche Benedetta Castiglioni, docente di geografia all’Università di Padova e membro del Consiglio scientifico Fondazione G. Angelini,  Davide Pettenella, docente di politica ed economia forestale Università di Padova e membro Consiglio Scientifico Fondazione G. Angelini, Giovanni Baccolo, assegnista Università di Milano Bicocca, Vittorio Ducoli, direttore Parco Naturale Paneveggio-Pale di San MartinoEster Cason, responsabile “Oronimi Bellunesi” Fondazione G. Angelini.

“La Fondazione Giovanni Angelini è nata trent’anni fa proprio come un istituto di Geografia Alpina” commenta Ester Cason Angelini. “La geografia oggi è un po’ trascurata ma andrebbe studiata di più perché è l’effetto di una sinergia di discipline diverse, sia fisiche che antropiche. Il corso offre la possibilità di fare geografia camminando, vedendo di persona i luoghi, avvicinandosi alle bellezze geologiche, botaniche e antropiche delle Dolomiti Patrimonio Mondiale”.

“Siamo nel cuore delle Dolomiti, tutto qui racconta storie di rocce e di ghiacciai” aggiunge Cesare Lasen, del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO. “Tra la Val di Gares e l’Altopiano delle Pale ammiriamo proprio il contatto tra rocce di natura carbonatica dolomitica e rocce di natura vulcanica e questo offre una ricchezza straordinaria anche alle formazioni vegetali. La Fondazione Dolomiti UNESCO è ben lieta di appoggiare per questo l’iniziativa della Fondazione Giovanni Angelini. Uno degli scopi del programma di quest’anno è l’educazione di tutte le generazioni a una frequentazione della montagna maggiormente consapevole”.