Grazie per aver camminato con noi nelle Dolomiti UNESCO

Con l’estate va in archivio un’edizione davvero speciale di “Incontri d’Alt(r)a quota”, la rassegna voluta dalla Fondazione Dolomiti UNESCO per rendere i rifugi ancora più protagonisti del Patrimonio Mondiale in cui sono immersi. Ecco tutti i video-racconti che testimoniano la ricchezza delle relazioni, delle conoscenze, delle opportunità che si sono dischiuse grazie a questa iniziativa.

Un lungo viaggio in alta quota

Il primo rifugio coinvolto è stato il Berti, al Vallon Popera, in Comelico Superiore, dove i produttori della Rete di qualità della Fondazione Dolomiti UNESCO, i gestori Bruno Martini e Rita Zandonella, lo chef Alessandro Gilmozzi hanno coinvolto gli 80 partecipanti in un’esperienza culturale, culinaria ed estetica, unica sì… ma da ripetere!

Come quella di Brenta Open, durante la quale alcuni atleti amputati di gamba hanno dimostrato ancora una volta che le barriere più dure da abbattere non sono quelle fisiche ma quelle mentali: partendo dal rifugio Agostini hanno raggiunto insieme alle guide le cime circostanti, da dove sono poi risuonate le note dell’Inno alla gioia. Le azioni concrete per rendere le Dolomiti sempre più accessibili continueranno a rappresentare uno dei punti di forza dell’azione della Fondazione Dolomiti UNESCO sul territorio.

Indimenticabile, per tutti i fotografi partecipanti, l’esperienza del trekking svoltosi tra il 31 agosto e il primo settembre e guidato dal fotografo agordino Moreno Geremetta. Camminando da Malga Pramper (Val di Zoldo) al rifugio Pian de Fontana (Longarone), attraverso gli ambienti selvaggi del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, hanno potuto scoprire paesaggi sorprendenti e, per molti, inediti. Alla partenza i saluti del presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi Ennio Vigne, del sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, del comandante del reparto Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi del Nucleo Forestale dei Carabinieri, Ten. Col. Marina Berto, del direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO Marcella Morandini, del membro del Comitato Scientifico Cesare Lasen e del presidente del CAI Veneto Renato Frigo. Hanno accompagnato i fotografi anche i giovani che hanno dato vita, insieme al CAI e al Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, alla nuova Alta Via che attraversa il Parco e di cui il percorso seguito dal trekking rappresenta la prima tappa. A riassumere perfettamente lo spirito di un’iniziativa, volta a superare i cliché estetici tipici dei social network, le parole della gestrice del rifugio Pian de Fontana Elena Zamberlan: “Le montagne hanno qualcosa di diverso ogni mattina. Se hai occhi, lo cogli”.

Anche quest’anno la rassegna ha dovuto fare i conti con la responsabilità che deve assumersi in primis chi promuove un approccio consapevole e prudente alla montagna: le previsioni meteo hanno indotto ad annullare l’appuntamento organizzato al rifugio Cava Buscada insieme al Parco Naturale delle Dolomiti Friulane e al MUSE di Trento e dedicato alla geologia, per il quale si erano già prenotate 70 persone. Grazie alla rubrica Noi Dolomiti UNESCO, molti hanno potuto comunque conoscere e sorprendersi della ricchezza di spunti culturali e ambientali della Val Zemola e apprezzare il lavoro della famiglia Corona per la valorizzazione della vecchia cava di marmo, chiusa dal 1994.

Infine le note di Nelso Salton, i racconti di Matteo Melchiorre, le crode imperiose delle Pale di San Martino e l’ospitalità di Piera e Duilio Boninsegna, per salutare dal rifugio Pradidali una stagione vissuta sempre con gli scarponi ai piedi, lo sguardo spalancato sulle Dolomiti, la mente sulla responsabilità che abitarle e viverle comporta.


A02_MarchioFCC_RGBQuesta attività è inserita nel progetto “Valorizzazione del territorio attraverso azioni di gestione e comunicazione integrata del WHS Dolomiti UNESCO”, realizzato con il contributo del Fondo Comuni confinanti.

ph. Moreno Geremetta