Incontri d’alt(r)a quota: ora siamo più forti anche della pioggia

Dopo un’estate passata a comporre un mosaico di relazioni tra gestori di rifugio, produttori locali, scrittori, turisti, valligiani, istituzioni, media, insomma tra tutti i protagonisti del territorio dolomitico, è giunto il tempo di tracciare un bilancio della rassegna “Incontri d’alt(r)a quota”, svoltasi nei rifugi bellunesi.

Nelle mani degli organizzatori sono purtroppo rimasti alcuni tasselli importanti di questo mosaico: quelli che si sarebbero dovuti collocare al rifugio Berti Vallon Popera, sabato 25 agosto. Una giornata che prevedeva una passeggiata alla scoperta delle erbe spontanee con lo chef stellato Alessandro Gilmozzi del ristorante El Molin di Cavalese, la creazione di un piatto speciale, l’incontro con i produttori, ma per la quale le previsioni meteo non lasciavano alcuno scampo. Il senso di responsabilità ha quindi prevalso sulla voglia di concludere in bellezza. Guardando il mosaico, al termine dell’estate, ci si accorge però che, certo, la festa finale l’avrebbe acceso di quella luce che ben conoscono i frequentatori del Berti, ma l’opera, in qualche modo, si era a suo modo egualmente compiuta, grazie ai rapporti creatisi tra i gestori Bruno Martini e Rita Zandonella, lo chef Gilmozzi e i molti produttori della rete di qualità della Fondazione Dolomiti UNESCO che avevano messo a disposizione i loro prodotti.

RETI A MAGLIE SEMPRE PIÙ STRETTE

Lo scopo degli “Incontri d’Altra quota” promossi dalla Fondazione Dolomiti UNESCO era infatti quello di promuovere appuntamenti di richiamo per il pubblico che avessero però alla base le relazioni tra tutte le reti che concorrono alla gestione del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Un obiettivo perfettamente centrato, come ha sottolineato il direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO Marcella Morandini durante la presentazione dell’ultimo evento svoltasi nella sede bellunese di Intesa Sanpaolo, sponsor dell’evento: “Siamo orgogliosi di sostenere le iniziative della Fondazione Dolomiti UNESCO che si impegna per far vivere le nostre montagne e di promuoverne la conoscenza anche fuori dall’Italia” aveva detto in quell’occasione Rodolfo Laforgia, direttore area retail Belluno di Intesa Sanpaolo. “Crediamo nell’integrazione fra le varie amministrazioni provinciali e regionali interessate dal riconoscimento UNESCO”, aveva aggiunto il consigliere della Provincia di Belluno Ivan Minella, “lo scopo è quello di lavorare insieme per superare i confini amministrativi e promuovere le Dolomiti in tutto il mondo. Facendo squadra possiamo raccontare al mondo anche i nostri prodotti di qualità”.

UN’INTEGRAZIONE CHE PARTE DAL BASSO

Ed è andata proprio così, in ognuno degli incontri che si sono svolti durante l’estate e nella preparazione anche dell’ultimo appuntamento. Al Rifugio Galassi, il primo luglio, la passione per le esplorazioni di Susan e Alan Boyle, autori di “Spiriti delle Dolomiti” sulle tracce di Amelia Edwards, si era intrecciata con quella per l’accoglienza e la vita in quota dei volontari del CAI di Mestre, che a turno gestiscono il rifugio.

Al “Dal Piaz”, il 4 luglio, l’entusiasmo dei gestori Mirco Gorza ed Erica De Bortoli aveva incontrato il genio, la competenza e la disponibilità dello chef Alessandro Gilmozzi. Il quale, a sua volta, aveva incontrato e sperimentato i prodotti del territorio bellunese proposti dalla rete dei produttori di qualità della Fondazione.

La preparazione dell’ultimo evento aveva visto rinnovarsi questo intreccio, con l’aggiunta dell’ingrediente più prezioso: l’amore di Rita a Bruno per un lavoro svolto da ben 41 anni al rifugio Berti.

UN ULTIMO GRAZIE E ARRIVERDERCI AL 2019

Difficile non replicare un’esperienza come quella degli Incontri d’Alt(r)a quota. L’appuntamento è dunque per l’estate 2019. Ma nel frattempo le reti continueranno a lavorare insieme, ed è doveroso citare, in conclusione, tutti produttori che hanno offerto le loro prelibatezze: la Società Cooperativa La Fiorita (Cesiomaggiore) con orzo, farro e fagiolo bala rossa, la Società Agricola Canop (Rivamonte Agordino) con lo schiz, la Bioapicoltura Nonna Giovannina (Calalzo) per il miele, la Artigianale del Grillo (San Pietro di Cadore) per la selezione di birre, la Società Agricola Saliet (Claut) con fiori ed erbe officiali delle Dolomiti , la Società Agricola Bdè (Casamazzagno) con i suoi formaggi prodotti in Comelico, l’Azienda Agricola Malga Campon (Fonzaso) sempre un il formaggio, così come la Malga Pien de Vacia (Selva di Cadore), l’Azienda Agricola la Sloda (Val di Zoldo) ha offerto il miele, la ditta Frescura (Bribano di Sedico) il liquore Barancino, l’azienda vitivinicola De Bacco di Seren del Grappa i suoi vini verticali.


Ph. Rifugio Berti