La Cordanza per l Patrimonie Naturèl de Fascia: uno strumento di gestione nato dal basso

CORDANZA:
consapevolezza dei valori territoriali
e responsabilità verso le generazioni future

Le Reti di Riserve sono uno strumento istituito nella provincia di Trento con la L.P. 11/2007. Si tratta di accordi volontari che uniscono Provincia, Comuni e altri Enti territoriali al fine di gestire e valorizzare in modo coordinato le aree protette già presenti sul territorio. La Reti nascono generalmente “dal basso”, su iniziativa dei Comuni territorialmente competenti: si prevede la stipula di accordi di programma di durata triennale che consentono di cooperare e attivare iniziative di salvaguardia ambientale, di valorizzazione dei siti protetti, di promozione della conoscenza dei valori del territorio e formazione ambientale, con l’intento di superare la frammentazione amministrativa e di competenze. Il sistema delle Reti di Riserve della Provincia aut. di Trento è costituito da 9 Reti, che fra loro collaborano sia per favorire l’interconnessione ecologica, che per condividere buone prassi.

Grazie a questi importanti accordi di programma si vanno a coprire la maggior parte di quelle aree del Patrimonio prive di una vero e proprio ente gestore (circa il 5% del totale). Queste aree erano state segnalate come problematiche durante la visita del valutatore IUCN del 2011 e la Fondazione si era pertanto impegnata a risolvere il problema quanto prima e comunque entro la prossima visita ispettiva.

Oggi conosceremo più da vicino la Rete delle Riserve della Val di Fassa.

Intervista a Mara Nemela
coordinatore della Cordanza per l Patrimonie Naturèl de Fascia
Rete delle Riserve della Val di Fassa

Perché è nata la Rete delle Riserve della Val di Fassa e a quali esigenze corrisponde?

“La Rete delle Riserve della Val di Fassa – Cordanza per l Patrimonie Naturèl de Fascia è una rete un po’ “particolare”, anche nel nome. L’iniziativa è nata in valle, con il nome ladino di “Cordanza”, promossa da enti ed operatori locali, grazie anche all’impulso che il riconoscimento UNESCO ha dato alla comunità la consapevolezza dei valori del nostro territorio e della responsabilità di mantenerne l’integrità. Questo impulso ha trovato nello strumento della Rete una risposta alla necessità di dotarsi di strumenti di tutela del territorio e contemporaneamente di attivare iniziative coordinate, coerenti e gestite su base locale. In questo modo la governance non è “demandata” a terzi, ma ai soggetti che sul territorio vivono e operano. I territori di montagna hanno una straordinaria tradizione nella “cura dei luoghi” e nella gestione collettiva dei beni ambientali. La “Cordanza” è anche un’opportunità di sperimentare modalità nuove di trasmettere il “Patrimonio” alle generazioni future

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Chi ne fa parte?

“La Rete è costituita dalla parte trentina di due sistemi appartenenti al Patrimonio UNESCO (Sciliar-Catinaccio, Latemar e Marmolada), da 5 Zone Speciali di Conservazione della Rete “Natura 2000”, da 4 riserve locali, dalle aree di protezione fluviale del torrente Avisio, insieme ai relativi corridoi ecologici e paesaggistici. Si tratta di 6.900 ettari che costituiscono il 22% del territorio della Valle. Vi è un organo di indirizzo politico, la Conferenza della Rete, composto da un rappresentante del Comun general de Fascia (ente capofila), dai sindaci dei Comuni interessati, dai rappresentanti degli Usi Civici e delle Proprietà Collettive del territorio, da un rappresentante dell’Amministrazione provinciale e, fatto inedito, da un rappresentante della Fondazione Dolomiti UNESCO, questo ruolo era infatti riservato ai soli enti territoriali (Comunità, Comuni, Asuc, Consorzi BIM). Accanto a ciò opera un comitato tecnico di esperti, un ufficio di coordinamento incardinato nella struttura amministrativa dell’ente capofila e un forum partecipativo. Il ruolo del forum è cruciale: il coinvolgimento della cittadinanza non deve limitarsi ad un’attività consultiva, l’auspicio è che i soggetti privati possano farsi promotori e/o soggetti attuatori di interventi e iniziative concordate”

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Quale rapporto tra la Rete, la Fondazione e il Sito UNESCO?

“La nostra Cordanza si basa su con un accordo programmatico concreto, in cui principi generali condivisi si traducono in un elenco di interventi e iniziative sul territorio, con soggetti attuatori e fonti di finanziamento definite. Abbiamo iniziato a muovere i primi passi, cercando di percorrere il sentiero tracciato dalla strategia di gestione della Fondazione. Al tempo stesso la Rete serve da “collettore territoriale” per portare nella più ampia “rete dolomitica” le nostre istanze. La Fondazione per noi è anche un’opportunità per guardare oltre i confini amministrativi e aprirci alle esperienze dei territori che ci circondano