“E’ il momento delle scelte forti”, intervista al Presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin

“Servono interventi urgenti per proteggere la montagna. Amiamo vivere qui e non ce ne andremo facilmente, ma questi eventi non aiutano a frenare lo spopolamento: è arrivato il momento di scegliere, non c’è più tempo”. A dirlo è il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, a distanza di alcuni giorni dai fenomeni naturali estremi che, per quanto riguarda il territorio bellunese, hanno causato danni in particolare, ma non solo, in Alto Agordino, Comelico e Feltrino.

“Quelle che seguono la fase acuta dell’emergenza sono giornate meno difficili da un lato, più difficili dall’altro”, osserva Padrin. L’“altro lato” è proprio quello di una ripartenza che non può accontentarsi di ripristinare le stesse condizioni di prima del 29 ottobre. “Oltre al danno ambientale è stato messo a rischio l’intero sistema provinciale: i servizi, la viabilità, la rete elettrica, la rete acquedottistica, quella della telefonia mobile. Dobbiamo riflettere sul futuro: questo evento è stato uno spartiacque, che deve farci guardare avanti in maniera diversa anche per far fronte allo spopolamento: mettiamoci intorno a un tavolo per decidere quali investimenti servono per migliorare le condizioni di vita in montagna”.

Un esempio?

“Dobbiamo ringraziare chi ha lavorato e sta lavorando per ripristinare i servizi, ma nel 2018 non possiamo permetterci di far restare per tanti giorni senza energia il 70% dei bellunesi: ecco un settore in cui servono soluzioni forti che mettano al primo posto la sostenibilità ambientale”.

Pensa che serva una riflessione complessiva, che coinvolga anche gli altri territori dolomitici, tutti colpiti in varia misura dalla stessa calamità?

“La Fondazione Dolomiti UNESCO può essere uno strumento importante: non possiamo vedere trentini e altoatesini come competitors, anche perché competere non possiamo, ma piuttosto come vicini e amici, che devono condividere con noi e con il Friuli Venezia Giulia le scelte per il futuro”.

A proposito di futuro: come vede quello immediato, soprattutto in vista del difficile percorso di recupero del legname?

“Il danno è incalcolabile, l’inverno è alle porte e il tempo stringe: dobbiamo farci aiutare da esperti che ci indichino una soluzione che andrà però condivisa con gli amministratori, le imprese boschive, quelle che realizzano i prodotti finiti. La programmazione dev’essere attenta e approfondita”.

Non può mancare naturalmente un riferimento all’impegno di tanti:

“Ringrazio tutti i soccorritori, i volontari, le istituzioni, a cominciare dalla Regione. Ma voglio spendere una parola soprattutto per i sindaci che hanno lavorato al meglio nella fase della somma urgenza, pur trovandosi per la prima volta davanti a uno scenario simile”.