Malga Ciapela – Marmolada, 16 luglio 2022
«Non dobbiamo smettere di camminare in montagna. Noi siamo parte di questo paesaggio e, come diceva Mario Rigoni Stern, abbiamo senso di esistere solo se ce ne facciamo custodi. I fatti luttuosi di alcuni giorni fa non devono farci dimenticare che questi luoghi hanno un loro flusso vitale che a causa della crisi climatica sta subendo uno stillicidio luttuoso, permanente, che richiama a una responsabilità condivisa».
Così lo scrittore Matteo Righetto, per la seconda volta protagonista del trekking letterario organizzato dalla Fondazione Dolomiti UNESCO nell’ambito della rassegna «Incontri d’alt(r)a quota». Quest’anno l’evento era previsto lungo il sentiero che conduce al rifugio Falier, lungo la Val Ombretta, sotto la parete d’argento della Marmolada, e lì si è svolto regolarmente sabato 16 luglio per riflettere, in modo partecipato, su quanto avvenuto il 3 luglio scorso e ripensare ai nostri modi di vivere e abitare la montagna al cospetto della crisi climatica.
«Questo ambiente unico al mondo» ha aggiunto Righetto, «va riscoperto attraverso il suo genius loci e dobbiamo avere il coraggio di interpretarlo in una chiave nuova, sostenibile, come stiamo facendo con questa camminata. Abbiamo bisogno soprattutto delle comunità locali perché quello che stiamo attraversando non è solo un Patrimonio Mondiale, è prima di tutto un Patrimonio Locale e proprio dalle comunità locali deve ripartire la consapevolezza dell’importanza della sua salvaguardia».
«Le parole sono importanti»
«È importante essere qui, mettere ancora una volta i piedi sui sentieri delle Dolomiti» commenta Mara Nemela, direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO, «ed è importante anche trovare le parole che ci consentono di cambiare la nostra relazione con il bene ambientale che dobbiamo custodire. Possiamo scegliere di parlare, ad esempio, di crisi climatica, anziché di cambiamento; possiamo ribadire l’imprevedibilità di eventi puntuali come quello del tre luglio, senza con questo negare la prevedibilità del fatto che sempre più spesso dovremo affrontare eventi estremi. Possiamo parlare di prudenza in montagna, anziché di sicurezza, termine che pare sottintendere un rischio zero che non esiste. Possiamo parlare di escursionisti e non di turisti, termine che appiattisce la fruizione della montagna su un piano ludico. Dobbiamo considerare la montagna come un ambiente da vivere, conoscere, interrogare e rispettare. Dietro la scelta delle parole c’è la responsabilità che dobbiamo condividere a livello politico, amministrativo, economico e sociale, a cominciare dalle comunità locali».
Custodi di un ambiente che cambia
Il tema del rapporto tra globale e locale, soprattutto in merito alle scelte da compiere per contenere la crisi climatica, è stato al centro delle riflessioni condotte da Matteo Righetto lungo il cammino guidato dagli accompagnatori di media montagna Laura Olivotto e Tommaso Zamarchi.
Ascoltare il messaggio della natura richiama, in ultima istanza, ancora una volta alla responsabilità dell’uomo, riaffermata simbolicamente dai circa 40 partecipanti in Val Ombretta, dove si trova il centro geografico delle Dolomiti Patrimonio Mondiale.
Non poteva mancare il contributo di chi, come i gestori di rifugio, affronta in prima linea queste problematiche, sia per quanto riguarda la frequentazione consapevole della montagna (promossa dalla Fondazione Dolomiti UNESCO anche attraverso la campagna #vivereinrifugio) sia per quanto riguarda la custodia dell’ambiente dolomitico, di cui sono le prime sentinelle: «Non è solo il caldo di giugno ad aver provocato gli eventi del 3 luglio. È il caldo degli ultimi vent’anni» afferma Dante Del Bon, gestore del rifugio Falier, da dove ha osservato i cambiamenti avvenuti nei decenni di gestione da parte della sua famiglia, giunta in Val Ombretta nel 1953, «Sono felice che abbiate scelto il nostro rifugio, che si trova nel centro geografico di un Patrimonio Mondiale di cui ci sentiamo custodi».
I prossimi appuntamenti
Il secondo degli «Incontri d’alt(r)a quota» sarà il 27 agosto nelle Dolomiti di Brenta, al rifugio Agostini, punto di arrivo di un geotrekking organizzato in collaborazione con i geologi del MUSE di Trento e del Parco Naturale Adamello Brenta – UNESCO Global Geopark. Il 17-18 settembre appuntamento infine al Rifugio Alpe di Tires – Sciliar/Catinaccio per un workshop fotografico curato da Moreno Geremetta. Per informazioni e iscrizioni si può fare riferimento a press@dolomitiunesco.info.