Noi non ci muoviamo. Le Dolomiti nemmeno

Evento terminato
Quando:

26.03.2020

Gli stili di vita sono cambiati durante la lunga emergenza da COVID-19. Le limitazioni agli spostamenti, la chiusura di molti esercizi in quota e quella dei comprensori sciistici hanno tenuto gli amanti della montagna responsabilmente lontani dalle Dolomiti in nome del dovere, collettivo e individuale, di far fronte a un’inedita criticità. Anche alcuni importanti eventi, che vedevano coinvolta la Fondazione Dolomiti UNESCO, sono stati rinviati a data da destinarsi. Li ricordiamo non solo per dovere di informazione, ma anche e soprattutto per ricordarci che l’impegno per la conservazione attiva e la promozione del Patrimonio, che non viene meno neanche in queste settimane, grazie al lavoro svolto nel rispetto delle misure previste dal Governo, riprenderà a pieno ritmo anche sul territorio non appena cesserà l’emergenza. E che le sfide che ci aspettano sono e rimarranno importanti.

Sostenibilità agricoltura e turismo nelle Dolomiti, da dove ripartire?

Il convegno organizzato da Coldiretti a Longarone Fiere, nell’ambito di Agrimont, la fiera di primavera (al momento rinviata a settembre), è stato pensato come un’importante occasione per mettere a tema il connubio tra agricoltura e turismo. Il titolo dell’incontro, che si spera di poter recuperare, li definisce “spina dorsale per la sostenibilità della montagna bellunese e la sua valorizzazione”. Molto importante l’idea di fondo, suggerita dal titolo, ovvero che l’obiettivo sia la sostenibilità e che lo sviluppo agricolo e turistico possano garantirne e non ostacolarne il raggiungimento.

Tra le esperienze che vanno in questa direzione c’è sicuramente quella della Rete dei produttori di qualità promossa dalla Fondazione Dolomiti UNESCO. Una rete che si allarga sempre di più, proprio con lo scopo di mettere a confronto, anche su tematiche estremamente concrete, produttori di province e regioni diverse. L’azione voluta dalla Fondazione punta a promuovere una filiera di qualità, mettendo in rete, ad esempio, i produttori locali e i gestori di rifugio. La rassegna “Incontri d’alt(r)a quota”, nelle ultime due stagioni estive, ha valorizzato questo connubio: i produttori hanno infatti messo a disposizione il frutto del loro lavoro per i menù realizzati dallo chef Alessandro Gilmozzi, entrati poi a far parte delle proposte culinarie dei rifugi stessi. L’attività delle imprese agricole sta continuando, anche in queste settimane, per garantire la filiera alimentare: appuntiamoci dunque l’impegno di ripartire da qui, quando l’emergenza sarà superata, per fare in modo che questa filiera, tra le Dolomiti, sia sempre più corta e sempre più di qualità.

Trento Film Festival: un rinvio che fa crescere l’attesa

Attende la fine dell’emergenza anche la rassegna cinematografica più attesa dagli amanti della montagna: il Trento Film Festival. Un evento che vede la Fondazione Dolomiti UNESCO sempre più coinvolta nella partnership con l’organizzazione. Non appena saranno rese note le nuove date andrà ridefinendosi anche un programma che si annuncia comunque, come sempre, estremamente ricco e nel quale non mancherà il Premio speciale Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, in collaborazione con la SAT – Società Alpinisti Tridentini e dedicato alle opere che meglio rappresentano i valori di conservazione attiva del Patrimonio. Anche quest’anno ci sarà la sezione dedicata alle proiezioni speciali, scelte in collaborazione con la Fondazione: se l’anno scorso la tempesta Vaia aveva motivato la scelta di concentrarsi sul tema del bosco e della sua fragilità, quest’anno l’attenzione sarà invece spostata sui fiumi. Le montagne sono infatti l’origine di quella risorsa vitale che è l’acqua: non possiamo pensare a un fiume senza evocarne l’origine, la purezza perduta, l’influsso sul paesaggio. E anche il suo potenziale distruttivo, quando l’uomo sottovaluta la sua fragilità o non ne rispetta lo spazio naturale. Altro appunto da prendere dunque, perché le questioni ambientali non attenderanno la fine dell’emergenza da COVID-19.

Ph. Alessandra Masi