Pelmo d’Oro: la Fondazione premia Anselmo Cagnati

Vigo di Cadore ospiterà la 24^ edizione del Premio Pelmo d’Oro in programma sabato 30 luglio 2022 alle ore 10,15 nella Arena di Laggio. Quest’anno il Premio Speciale Dolomiti UNESCO sarà assegnato a Anselmo Cagnati, uno dei massimi esperti della criosfera a livello nazionale e internazionale.

Locandina dedicata al Premio Pelmo d'Oro

I premiati

I premiati Pelmo d’Oro 2022 saranno il cadorino Francesco Vascellari e il limanese Loris De Barba per l’alpinismo in attività, il cadorino Mauro Valmassoi per la carriera alpinistica, il bellunese Pietro Sommavilla per la cultura alpina. Il Premio Speciale della Provincia di Belluno andrà a Stefania Constantini e René De Silvestro, campioni ai recenti giochi olimpici e paralimpici di Pechino. La manifestazione, organizzata ogni anno dalla Provincia di Belluno, si svolge in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO.

Cagnati: vivere (e interrogare) la neve e il ghiaccio

Questa la motivazione con cui la giuria ha assegnato il premio speciale Dolomiti UNESCO all’alpinista e studioso Anselmo Cagnati, per anni impegnato al Centro Valanghe di Arabba: «Alpinista e sci-alpinista di vaglia, pur rifuggendo dalla pubblicità delle imprese sportive, spesso compiute in ambito dolomitico. Ha lavorato per decenni al Centro Valanghe di Arabba ed è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Non ha fatto mancare la sua competenza ed esperienza in attività sociali e culturali con spirito di servizio contribuendo con l’esempio a sostenere i valori del Patrimonio Mondiale delle Dolomiti, insiti nella missione dell’UNESCO».

Anselmo Cagnati è nato e vive a Falcade e coniuga la passione per la montagna, vissuta direttamente con l’apertura di nuove vie e prime discese sciistiche, spesso estreme ed esplorative, all’attività professionale che l’ha portato ad essere uno dei massimi esperti della criosfera. Si è occupato tuttavia anche di tutti gli aspetti legati all’attività alpinistica e scialpinistica in ambiente innevato: dallo studio degli incidenti e dell’autosoccorso in valanga, agli aspetti psicologici della percezione del rischio e della possibilità di ridurlo, all’impatto della deglaciazione sull’attività alpinistica. Numerose le spedizioni scientifiche in zone polari e sub-polari, come testimonia lui stesso «… finalizzate a evidenziare ciò che oggi è una moda, ma che all’epoca non lo era. E cioè che vi sono in corso dei mutamenti climatici che passeranno alla storia per importanza epocale. Parliamo di zone che sono dei veri e propri archivi climatici, fondamentali per comprendere il passato e il futuro dell’ambiente».